martedì 27 dicembre 2016

PROGRAMMA DI ALLENAMENTO CON I PESI: PRINCIPIANTE

Finalmente arriva il nostro primo programma di allenamento di livello principiante. Alcuni di voi ci avevano richiesto una scheda di allenamento con i pesi da integrare in un programma per altri sport come ad esempio calcio, basket, ma anche sport di combattimento, diretto a prendere confidenza con l'allenamento con i pesi, aumentare la propria massa muscolare e tonificare il corpo.





Ecco di seguito le linee guida che vi permetteranno di seguire la scheda:

- prima di tutto dobbiamo precisare a chi è rivolta questa scheda, bene personalmente la consiglierei a tutti coloro che svolgono uno sport diverso dal BB e che vogliono inserire nel loro programma di allenamento alcune sedute in sala pesi. Siete dei calciatori? dei giocatori di basket? ottimo questa scheda fa al caso vostro! aumenterete la vostra massa muscolare, la vostra forza e la tonicità del vostro corpo. Capitolo a parte per coloro che praticano sport da combattimento, per voi sicuramente i migliori programmi sono le metodologie di allenamento funzionale, forza pura e tabata, che magari tratteremo in un articolo futuro, ma se siete dei neofiti e il vostro intento è di aumentare la massa e l'esplosività potete inserire questo allenamento con un ciclo di 4-6 settimane e poi passare ad altri programmi, avrete il vantaggio come già detto di essere più ipertrofici ed esplosivi.

- la scheda è suddivisa su due giorni di sala pesi a settimana, nel DAY1 si allenano il petto, le spalle e i tricipiti. Nel DAY2 si allenano le gambe, la schiena e i bicipiti.

- la durata di questo programma varia da soggetto a soggetto, personalmente lo protrarei per circa 4-6 settimane in combinazione con gli allenamenti che già svolgete in settimana, oppure può essere un valido aiuto prima di iniziare gli allenamenti in squadra per prepararsi al meglio per la stagione sportiva, assieme ad alcune sedute di cardio. Ad ogni modo, finchè il la scheda vi darà risultati senza stallo potete benissimo continuare ad utilizzarla.
Un esempio di programma integrato con stagione sportiva in seguito potrebbe essere cosi suddiviso:

LUNEDI: DAY1 in sala pesi
MARTEDI: allenamento in squadra
MERCOLEDI: DAY2 in sala pesi
GIOVEDI: allenamento in squadra
VENERDI: scarico
SABATO: partita
DOMENICA: scarico

Mentre una settimna di allenamento prima della stagione sportiva potrebbe essere cosi suddiviso

LUNEDI: DAY1 in sala pesi
MARTEDI: cardio liss
MERCOLEDI: DAY2 in sala pesi
GIOVEDI: scarico
VENERDI: cardio liss
SABATO: scarico
DOMENICA: cardio hiit

- se invece non praticate nessuno sport, ma volte utilizzare questa scheda di allenamento per aumentare la vostra massa muscolare potete aumentare il numero di sedute passando da 2 a 4 suddividendo la settimana in questo modo:

LUNEDI: DAY1 in sala pesi
MARTEDI: DAY2 in sala pesi
MERCOLEDI: sacrico
GIOVEDI: DAY1 in sala pesi
VENERDI: DAY2 in sala pesi
SABATO: scarico
DOMENICA: scarico

- la scelta del peso per gli esercizi. Non andate mai a cedimento con le ripetizioni, fermatevi sempre prima ad almeno 2 ripettizioni dal cedimento, potete calcolare il vostro massimale testandoli e poi distribuendo il carico tra il 60% e il 70% del massimale. Una volta stabiliti i carichi, cercate di aumentarli di settimana in settimana un po' per volta, senza esagerare, altrimenti rischiate di farvi male.

- il programma di allenamento è stato stilato in modo tale che tutti possano svolgerlo, sia se iscritti in una palestra, sia che si abbiano dei pesi liberi a casa, per questo alcuni esercizi sono divisi dallo "/" in modo tale che possiate sceglierli in base alle vostre disonibilità per quello che riguarda l'attrezzatura.

- l'esecuzione degli esercizi, se non sapete come farli potete fare una veloce ricerca su youtube per vedere tramite video la corretta esecuzione, per svolgere l'esercizio in sicurezza e ottenendo il massimo da ogni singola ripetizione, noi vi consigliamo i video che trovate sul PROJECT INVICTUS.

- la presente scheda è assolutamente gratuita e scaricabile da chiunque, nel caso in cui aveste problemi potete scriverci alla mail fitnespianeta@libero.it per riceverla direttamente via mail.

Queste sono le linee guida per eseguire la scheda ottenendo il massimo dal programma di allenamento, se avete ulteriori dubbi, ma anch consigli, critiche ecc...
potete scriverci alla mail: fitnesspianeta@libero.it
oppure al profilo facebook: Federico Ferrari 


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N.B: le informazioni contenute in questo articolo sono meri consigli e vanno presi come tali, consultate sempre il vostro medico.




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mercoledì 21 dicembre 2016

RECENSIONE CANON 7D

Come prima recensione, voglio illustrare la mia cara vecchia canon 7d, compagna di molte battaglie che nell’arco della mia carriera fotografica mi ha dato parecchie soddisfazioni.


Ormai la canon 7d risulta essere fuori produzione, ma questa recensione può essere utile per tutti coloro che intendono spendere poco attraverso il mercato dell’usato, dato che ora si può trovare ad un prezzo di circa 400-450 euro usato. È una fotocamera che si colloca in una fascia semi-pro, che ha uno sguardo verso l’utilizzo professionale, presenta infatti molte caratteristiche che la contraddistinguono per la sua incredibile versatilità, resistenza e velocità. Ha un corpo molto resistente, se siete degli appassionati di fotografia naturalistica, fa proprio al caso vostro. Il sensore aps-c permette di utilizzare la canon 7d con dei teleobiettivi permettendoci di avvicinarci moltissimo al soggetto, è quindi consigliato l’utilizzo per fotografie di tipo sportivo, anche grazie alla sua raffica, permette infatti di scattare 7 fotogrammi al secondo, facendola diventare una delle fotocamere più usate da un fotoamatore, ma non solo, in scatti di tipo sportivo. L’autofocus risulta essere molto veloce e possiede 19 punti di messa a fuoco, elementi che a volte la fanno preferire addirittura alla acclamatissima canon 6d, di fascia professionale. Altro punto a favore della 7d, è la qualità video, permette infatti di girare video in full hd a 30 fps, anche se ormai si tratta di una risoluzione obsoleta, può risultare molto utile ad un amatore per la dimensione dei file prodotti e la possibilità di prendere confidenza in ambito video.
I punti a sfavore della canon 7d, sono sicuramente le prestazioni ad alti iso, che comunque consiglio di tenere sotto i 1600, oltre il fotogramma sembra essere un quadro ad olio. Per un fotoamatore è un po’ complicata da utilizzare, ma sicuramente il prezzo dell’usato affascina molto. Un altro contro è sicuramente il peso, non è una fotocamera molto compatta, stiamo parlando di circa 900 g che con un obiettivo anche standard, può farsi sentire sul lungo periodo.

In conclusione consiglio questa macchina? Si e no, nel senso che se siete dei fotoamatori evoluti, consiglio una canon 7d mark II(farò una recensione apposita) sicuramente molto più performante sotto diversi aspetti, se invece siete da poco approdati al mondo della fotografia e magari provenite da una compatta e da piccole esperienze, la 7d può essere utile per farvi fare un salto molto lungo nel mondo della fotografia, grazie al bassissimo prezzo dell’usato.
PRO:
-          Corpo macchina molto resistente
-          Autofocus veloce e preciso
-          Elevati scatti per secondo
-          Prezzo sul mercato dell’usato
-          Macchina semi-professionale
CONTRO
-          Reistenza ad alti iso (non più di 1600)
-          Complicata da utilizzare per un neofita
-          Dimensione e peso
Marco
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mercoledì 14 dicembre 2016

Il primo martire di Mafia - incontro con l'autore Salvo Ognibene

L'associazione SAO di Brescia, organizza in collaborazione con l'oratorio di Santa Maria in Silva di Brescia, l'incontro con l'autore Salvo Ognibene per il libro "Il primo martire di Mafia - l'eredità di Don Pino Puglisi".
L'evento si svolgera a Brescia, in Via Sardegna 24, presso l'oratorio di Santa Maria in Silva il 17 Dicembre 2016 alle ore 18:30.







Interverranno per l'evento.
- Il Dott. Salvo Ognibene, autore del libro.
- Don Fabio Corazzina, relatore
- Il Presidente Gianantonio Girelli, presidente della commissione antimafia regione Lombardia, relatore
- Il Prof. Antonino Giorgi, moderatore

Che cos’è cambiato dopo la morte di padre Pino Puglisi, ucciso a Palermo da Cosa nostra il 15 settembre 1993 per
il suo impegno evangelico e sociale? Il primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia, proclamato beato nel 2013,
ha lasciato una sfida da raccogliere: l’elaborazione di una pastorale più vicina agli ultimi e capace di fronteggiare i
fenomeni mafiosi, soprattutto quelli di natura culturale.
Dalle parole di condanna di Giovanni Paolo II a quelle di scomunica di Papa Francesco si è realmente passati,
nella Chiesa, «dalle parole ai fatti»? I sacerdoti e le comunità cristiane sanno come comportarsi in modo
evangelico di fronte alla prepotenza mafiosa? Esistono esempi di buone pratiche cristiane, che potrebbero essere
riprodotte in contesti simili?

AUTORI .
SALVO OGNIBENE , avvocato praticante, ha studiato giurisprudenza all’Università di Bologna discutendo una tesi
sui rapporti tra Chiesa, mafia e religione. Ha pubblicato L’eucaristia mafiosa. La voce dei preti (Navarra 2014) e ha realizzato uno spazio di condivisione e approfondimento sui
rapporti tra mafia e chiesa (www.eucaristiamafiosa.it).

ROSARIA CASCIO insegna materie letterarie nei licei di Palermo. Di recente ha pubblicato Io pretendo la mia felicità (Navarra 2015) e P. Giuseppe Puglisi. Sì, ma verso dove? Identikit di un beato animatore vocazionale (con Nino Lanzetta e Roberto Lopes,
Il Pozzo di Giacobbe Editore 2015).
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sabato 3 dicembre 2016

Beppone e il movimento 5 gatti



Analogie e dintorni:



Tratto da un libro di storia.

Anno scolastico 2067-2068





Beppone e il movimento 5 gatti:

In Italia, gli effetti della grande crisi economica contribuirono a determinare la fine della Repubblica italiana e l'ascesa al potere di Beppone Gatti. Quest'ultimo era rimasto un personaggio semisconosciuto sino al primo decennio del duemila. Qualche anno prima era stato condannato per omicidio colposo e frode fiscale, atti illeciti che Beppone ha sempre cercato di combattere (a quei tempi la coerenza era davvero tanta). Negli anni successivi, Gatti guidò una minuscola formazione politica, chiamata movimento 5 gatti dal programma fortemente populista, confusionario e demagogico. Di lui si sapeva poco, era di origine italiana, aveva i capelli lunghi e un po' di pancia, inoltre aveva tentato di fare senza successo il comico. Fino al 2009 il Movimento 5 gatti, o semplicemente 5 gatti come veniva comunemente chiamato, era rimasto un gruppo minoritario e marginale, si serviva sistematicamente del "vaffanculo" contro gli avversari politici e fondava la sua forza soprattutto su una robusta organizzazione di simpatici esaltati.



La crisi economica e l'ascesa dei gattini:

All'inizio del 2013 con lo scoppio della grande crisi politica, lo scenario cambiò radicalmente. La maggioranza degli italiani, immiseriti o addirittura ridotti alla fame, per colpa di un dittatore mafioso prima, e di un simpatico pensionato dopo, perse ogni fiducia nella Repubblica e nei partiti che in essa si identificavano. In questa situazione i gattini poterono uscire dal loro isolamento e far leva sulla paura della grande borghesia, sulla frustrazione dei ceti medi, sulla rabbia dei disoccupati. Ai suoi concittadini provati dalla crisi Beppone offriva non solo la prospettiva esaltante della riconquista di un primato della nazione italiana(quando?), non solo l'idicazione rassicurante di una serie di capri espiatori cui addossare la responsabilità delle disgrazie del paese, ma anche l'immagine tangibile di una forza politica in grado di ristabilire l'ordine contro traditori e nemici interni.

L'agonia della Repubblica italiana cominciò nel febbraio del 2013, quando vennero indette le nuove elezioni,  nella speranza di far uscire dalle urne una maggioranza solida. Accadde invece che i gattini ebbero uno spettacolare incremento, anche il partito di destra(della gnocca) del giovane ultra settantenne che aveva da poco affondato l'italia ottenne numerosissimi voti (circa il 25%), ma stranamente questo non fece scandalo. L'aspetto più grave dei risultati stava nel fatto che, mentre le forze populiste si ingrossavano, i partiti fedeli alla repubblica non disponevano più della maggioranza.



Violenze politiche:

Proprio nel 2013 la crisi economica raggiunse il suo apice. Frattanto i gattini ingrossavano le loro file e riempivano le piazze con comizi e cortei. Le città divennero teatro di scontri sanguinosi, a furia di "vaffanculo", tra gattini e politici. Il dissesto economico e l'esplodere delle violenze andarono di pari passo con il collasso del sistema politico. Due crisi di governo e tre consultazioni elettorali non fecero che accrescere le forze populiste e confusionarie, confermando l'impossibilità di formare una qualsiasi maggioranza costituzionale.



Beppone capo di governo:

Nelle successive elezioni i gattini si affermarono come il primo partito italiano. I gruppi di destra e sinistra, si convinsero che senza di loro non era possibile governare. Il 30 gennaio 2014 Gatti divenne capo di governo, gli esponenti politici credettero di aver inghabbiato Beppone, cosi come 100 anni prima i liberali italiani si erano illusi di aver neutralizzato Mussolini. Si sarebbero presto resi conto di aver sbagliato i loro calcoli(da buoni politici).



Il potere incontrastato di Beppone:

Beppone mirava alla distruzione del parlamento, così assunse pieni poteri per modificare la costituzione. Alle successive elezioni il Movimento 5 gatti era l'unico partito consentito.



La notte dei lunghi capelli:

Beppone aveva realizzato così la prima parte del programma di politica interna. Doveva ora disfarsi dell'ala degli esaltati del 5 gatti, nella notte del 30 giugno 2014, la "notte dei lunghi capelli", Beppone assasinò tutti i membri esaltati del movimento strozzandoli con i capelli del suo fiduciario Casapeggio. Beppone si trovò unico incontrastato al potere.



L'Europa verso la guerra:

La politica estera di Beppone era chiara, distaccarsi dall'Unione Europea. Nel 2019 mandò una lettera che dichiarava con un messaggio, "vaffanculo", il distacco dalla UE, ma diede il via anche alla guerra violentissima tra i italiani ed europei.
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Creatina e Caffeina: integrazione combinata

Quante volte abbiamo sentito che l'integrzione di caffeina inibisce quella di creatina, ma è davvero cosi? Scopriamolo.






Innanzitutto partiamo dai due singoli integratori.
La caffeina accellera il sistema nervoso, permette di mobilitare il grasso e ridurre il senso di stanchezza, oltre a dare un focus per tutta la durata dell'allenamento, quindi massimizzare la nostra prestazione sportiva.
La integrazione di creatina invece, aumenta i livelli di creatina e fosfocreatina nei muscoli, di conseguenza possiamo usarla per un esercizio fisico di sprint ad alta intensità come forma di energia immediatamente disponibile.

Detto questo, come è possibile che ci possa essere una inibizione della creatina con l'assunzione di caffeina? La comunità scientifica aveva già studiato nel 2001 questo tipo di interazione tra i due integratori e si era espressa in modo critico nei confronti della combinazione tra i due integratori, ritenendo che appunto la caffeina inibisse realmente l'integrazione di creatina, impedendo quindi l'aumento di riserve di fosfocreatina nei muscoli.
Le ricerche scientifiche più recenti (2012) però hanno avuto una inversione di rotta, ritenendo che l'integrazione combinata di caffeina e creatina non fosse del tutto inutile.

I punti critici della doppia integrazione, sono essenzialmente 2, da un lato la caffeina tende ad espellere liquidi, mentre la creatina a trattenere acqua nei muscoli, il consiglio principale sarebbe quindi quello di assumere molta più acqua durante l'arco della giornata per evitare che con la caffeina si espellano troppi liquidi. Il secondo punto riguarda il ph gastrico. Il nostro corpo per assimilare correttamente la creatina deve avere un ph alcalino, di conseguenza un ph acido limiterebbe fortemente la assunzione di creatina. Il punto critico sta proprio qui, poichè il caffè inteso come bevanda, altera il ph gastrico portandolo ad essere acido, quindi una concomitante assunzione di caffè e creatina potrebbe effettivamente inibire l'effetto di quest'ultima. Detto questo se escludiamo l'assunzione di caffeina tramite caffè, il problema si risolve, poichè la caffeina assunta in pastiglie o polvere non altera il ph gastrico e quindi la creatina può essere correttamente assunta.

In conclusione possiamo dire che una assunzione di caffeina e creatina in combinazione può essere tranquillamente fatta, si consiglia di assumere abbondante acqua durante la giornata e di non assumere del caffè inteso come bevanda in concomitanza con la assunzione di creatina.

N.B: Per ogni dubbio in merito alla integrazione consultate sempre il vostro medico e nutrizionista, lo scritto di questo articolo e da ritenersi come mero consiglio.

Se non sapete dove acquistare integratori, alimenti fit, abbigliamento e molto altro ancora vi consigliamo i prodotti che offre MyProtein, prodotti economici e di grande qualità.

Federico Ferrari
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venerdì 2 dicembre 2016

Lo scorrere del tempo


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giovedì 1 dicembre 2016

domenica 27 novembre 2016

RIFORMA COSTITUZIONALE: STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA



RIFORMA COSTITUZIONALE: STRUMENTI DI DEMOCRAZIA DIRETTA

1) INTRODUZIONE
In questa breve analisi della riforma costituzionale, il cosiddetto DDL Renzi-Boschi, approvato in seconda lettura il 10 marzo 2016, vogliamo soffermarci sugli istituti di democrazia diretta.  Anche se queste tematiche potrebbero apparire meno rilevanti di altre questioni poste all’interno della lunghissima e complessa revisione costituzionale, essi sono istituti fondamentali soprattutto per favorire il coinvolgimento dei cittadini nella vicende politiche e sociali del nostro Paese, tanto più che gli ultimi decenni hanno rivelato una crisi profonda della partecipazione democratica.
Nel dibattito delle tesi a sostegno del sì o del no, la materia dei referendum e delle leggi di iniziativa popolare risulta essere una questione molto controversa. Da un lato anche alcuni  sostenitori del no esprimono segnali di favore alla revisione degli articoli 71 e 75 della Costituzione relativi alla democrazia diretta, dall'altro i sostenitori della riforma ritengono, invero, che “con la riforma, la democrazia italiana diverrà autenticamente partecipativa”.
Se è certo che le proposte di iniziativa popolare e i referendum sono strumenti attraverso i quali il popolo può direttamente manifestare la propria sovranità, è opportuno chiedersi in che modo una riforma degli istituti di democrazia diretta possa garantire un maggiore coinvolgimento e una partecipazione più attiva dei cittadini alla vita politica, in considerazione degli evidenti e crescenti segnali di sfiducia e allontanamento dalle istituzioni manifestato da un numero crescente di cittadini.
La questione è molto spinosa e il tentativo di riformare i suddetti articoli annida parecchie perplessità e numerosi dubbi. In questa relazione si cercherà di offrire alcune considerazioni confrontando la Costituzione vigente con le indicazioni contenute nella Riforma.



2) LE PROPOSTE DI INIZIATIVA POPOLARE
Il primo strumento di democrazia diretta in analisi è quello enunciato dall’art. 71 della Costituzione, ossia l’iniziativa legislativa popolare. La riforma di detto articolo, che nelle intenzioni del legislatore intende garantire tempi certi per l’esame delle proposte di legge, eleva però il numero delle firme necessarie per la presentazione del progetto di legge: esso viene triplicato, passando da 50 000 a 150 000.
Si introduce poi il principio secondo cui devono essere garantiti l’esame e la deliberazione finale, obblighi rimandati, però, e da stabilire nei regolamenti parlamentari. Ciò produce non poche perplessità, visto che si sarebbe potuto inserire direttamente nella riforma l’obbligo di pronuncia sulla richiesta da parte del Parlamento. Se si considera che negli ultimi 30 anni solo tre proposte di legge di iniziativa popolare sono diventate leggi della Repubblica, appare anomala l’introduzione dell’innalzamento delle firme necessarie per presentare il progetto, in particolare se l’obiettivo prospettato dalla riforma è quello di mantenere la politica in sintonia con il corpo elettorale, favorendo una maggiore partecipazione.
Chi è di parere contrario sostiene che la revisione costituzionale in tal senso potrebbe ulteriormente scoraggiare la partecipazione dell’opinione pubblica alle vicende politiche, economiche e sociali.
I sostenitori del sì, di contro, sottolineano che proprio l’innalzamento del numero di firme sarebbe uno strumento per coinvolgere un maggior numero di persone intorno ad importanti tematiche e la proposta di legge con il triplo delle firme necessarie, per il maggior peso e consenso sociale, contribuirebbe ad una scrematura e a sostenere iniziative realmente sentite dalla popolazione.
In verità, come affermato in precedenza, e come espresso anche dalla Presidente della Camera, Laura Boldrini, un innalzamento delle firme, stante anche la laboriosità connessa alla raccolta delle stesse, non sembrerebbe poter avvicinare il corpo elettorale alla vita politica, ma piuttosto potrebbe segnare un'ulteriore distanza tra il cittadino e le istituzioni. Sarebbe forse stato auspicabile introdurre una qualche forma di vincolo per l’esame obbligatorio della proposta, oppure una traduzione delle iniziative popolari in referendum propositivi qualora il Parlamento non volesse o non potesse pronunciarsi.
Come già dettato dalle norme vigenti, non sono previste particolari limitazioni al contenuto delle proposte: potranno quindi essere presentati progetti di legge ordinaria o costituzionale che riguardano qualsiasi materia, fatta ovviamente eccezione per gli ambiti di legge ad iniziativa riservata.

3) REFERENDUM ABROGATIVO
Altro strumento di democrazia diretta modificato dalla riforma è quello regolato dall’art. 75 della Costituzione, ossia l'istituto del referendum abrogativo.
La novità più interessante a riguardo è sicuramente costituita dalla modifica del quorum. Qualora la richiesta sia stata avanzata da almeno 800.000 elettori, il referendum risulta valido se si è recata alle urne la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera dei deputati. Resta invece immutato il quorum, se a richiedere il referendum sono stai almeno 500.000 elettori, oppure 5 consigli regionali.
Il tema dell’abbassamento del quorum è molto sentito, dato che negli ultimi tempi gli elettori hanno mostrato scarso interesse verso i referendum oppure hanno rinunciato ad esprimere il proprio parere. Solo nel 2011, infatti, è stato raggiunto il quorum della maggioranza degli aventi diritto al voto con circa il 55% dei votanti.
In merito vi sono due posizioni: alcuni propongono l’abolizione del quorum, altri ne sostengono invece l’assoluta necessità. La modifica del quorum, così come prospettato dalla riforma, lascia molti dubbi: sarebbe stato forse più sensato dettare un quorum fisso, piuttosto che legarlo alle ultime votazioni della Camera dei deputati.
Forse sarebbe stato preferibile il compromesso prospettato dal Professor Antonio Agosta, cioè la possibilità che il referendum sia valido se si reca a votare la maggioranza assoluta degli aventi diritto, come adesso, ma anche, nel caso in cui questa soglia non venga raggiunta, qualora almeno un quarto del corpo elettorale manifesti il suo assenso al quesito proposto.  In questo modo si potrebbe ipotizzare che l’astensionismo, una sorta di  "non voto" volto in molti casi a far prevalere il no all’abrogazione, possa essere evitato o essere meno influente sull'esito finale.
Per ciò che attiene al numero delle firme, si ritiene opportuno qui sottolineare quanto sia problematico raggiungere le 800.000 firme necessarie a garantire l'abbassamento del quorum, dati i tempi ristretti accordati dalla legge per sostenere la richiesta di referendum. Ne consegue che potrebbe essere molto difficile dare applicazione al primo comma dell’art. 75 riformato. Inoltre, non si comprendono le ragioni che legano l’abbassamento del quorum al numero delle sottoscrizioni raggiunte.
I sostenitori del sì, nelle loro argomentazioni a sostegno della riforma, fanno della riduzione del quorum uno dei loro cavalli di battaglia, anche se nella pratica potrebbe non essere utilizzabile, oppure abbassarsi in presenza di un decremento della partecipazione popolare alle elezioni politiche. Tutto ciò sarebbe quindi molto lontano dell'obiettivo prospettato dalla riforma degli articoli 71 e 75, cioè favorire una maggiore partecipazione della cittadinanza alla vita democratica.
Merita inoltre una citazione la modifica prospettata al terzo comma dell’articolo 75, in cui viene cambiata la dicitura che riguarda i fruitori dell’istituto referendario. La locuzione “tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati” è sostituita con la più semplice “tutti gli elettori”. Ciò è ovviamente da porre in relazione all’art. 57 della Riforma, alla luce del fatto che il Senato risulta non essere più un organo elettivo.
Un'altra modifica, dal valore puramente formale, riguarda gli atti che possono essere oggetto di referendum, per i quali si fa riferimento agli "atti aventi forza di legge", anziché agli "atti aventi valore di legge". Sappiamo infatti che le due espressioni sono considerate equivalenti ed utilizzate indifferentemente l’una al posto dell’altra.

4) REFERENDUM PROPOSITIVO E DI INDIRIZZO
Sempre con l'intento di favorire la partecipazione democratica, con le modifiche apportate all’articolo 71 si vogliono aggiungere all’ordinamento costituzionale due nuove tipologie di referendum: quello propositivo e quello di indirizzo.
Nel merito il primo profilo problematico che emerge riguarda il fatto che la norma in questione non è immediatamente applicabile, in quanto si rinvia semplicemente ad una successiva legge costituzionale la possibilità di disciplinare quella specifica forma di consultazione popolare. Come enunciato dall'articolo 71 riformato, infatti, spetterà ad una legge costituzionale “la definizione delle forme di consultazione e anche delle formazioni sociali”.
Per quanto attiene ai nuovi istituti referendari, il referendum di tipo propositivo risulta essere una interessante novità per l’esperienza costituzionale italiana, anche se esso è previsto a livello regionale con fonte statutaria. Si fatica tuttavia a comprendere la scelta di non introdurre immediatamente in Costituzione una compiuta disciplina in tal senso. Questa “mancanza” potrebbe avere non pochi effetti e procrastinare in modo indefinito e incerto l’attuazione dell’articolo 71.
Da notare, in aggiunta, che la disciplina del referendum propositivo risulta essere eccessivamente ampia per essere rimandata ad una legge costituzionale. La genericità della riforma potrebbe quindi dare poca incisività e utilità a tale strumento, tenuto anche conto che sono demandate ad una legge ordinaria bicamerale le modalità di attuazione delle consultazioni popolari.
Tuttavia l’art. 62 dello Statuto della regione Lazio potrebbe essere preso ad esempio per la formulazione della successiva legge costituzionale per la determinazione del referendum propositivo
Il referendum di indirizzo, attuato solo una volta, nel 1989, contestualmente al rinnovo del Parlamento europeo, fu indetto con legge costituzionale e al fine di chiedere parere in merito al conferimento al Parlamento europeo del mandato per la redazione del progetto di Costituzione europea. Questo strumento, che già allora ebbe molte critiche, fu definito, da molti, sostanzialmente inutile.
Risulta molto difficile dare una lettura e una valutazione di questi due nuovi strumenti di democrazia diretta, poiché non sono state ancora poste in essere le norme di attuazione dei due referendum. Si evince però la volontà del legislatore di introdurre questi strumenti per convincere la popolazione a sostenere la riforma, con la promessa di un maggiore peso della cittadinanza nelle decisioni politiche.

5) CONCLUSIONE
Gli istituti presi in esame e le modifiche ad essi associate possono apparire meno rilevanti e con impatto ridotto se considerati nel macroscopico tentativo messo in atto dal legislatore di superare il bicameralismo paritario e di rivedere la ripartizione delle competenze Stato-regioni. Tuttavia, essi a mio parere, paiono un'opportunità sprecata di migliorare gli strumenti messi a disposizione del cittadino per partecipare alla vita politica.
I cambiamenti attesi da tempo, come ad esempio l’abbassamento del quorum per i referendum abrogativi, o una maggiore garanzia di conclusione positiva per le iniziative legislative popolari, non trovano piena attuazione, con modalità certe e tali da favorire  una partecipazione maggiore e più consapevole del corpo elettorale.

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lunedì 5 settembre 2016

Fotografia - Ubriachezza vicolante




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